Genova – La Regione Liguria ha emanato un’ordinanza che vieta il lavoro all’aperto dalla 12,30 alle 16 per il caldo e la CGIL sottolinea l’assenza di dialogo e la mancanza di ammortizzatori sociali (cassa integrazione, sostegni) per i lavoratori che “perdono2 la giornata.
La Regione ha emanato una ordinanza sull’emergenza caldo. La notizia arriva a mezzo stampa senza che le organizzazioni sindacali, nuovamente, siano state sentite. Si tratta di un fatto grave nel metodo e nel merito. Nel metodo perché i lavoratori in Liguria hanno una loro rappresentanza e nel merito perché l’ordinanza rischia di essere inutile in quanto ricalca le linee guida nazionali in materia in quanto invita i datori di lavoro ad adottare misure idonee, ma senza porsi il problema delle risorse necessarie per la copertura dell’assenza dal lavoro attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori.
Nel frattempo la Cgil si è attivata con le prefetture liguri per il rinnovo dei protocolli sull’emergenza caldo attraverso i quali i lavoratori hanno diritto, nei casi stabiliti, alla copertura delle giornate di lavoro perse attraverso la cassa integrazione ordinaria.
Inoltre, la Cgil ricorda che il colpo di calore è una condizione potenzialmente molto pericolosa causata dall’esposizione prolungata a temperature elevate e può colpire sia chi lavora al chiuso, ma anche chi lavora in ambienti poco ventilati e caldi e viene riconosciuto come infortunio sul lavoro. La Cgil invita le lavoratrici e lavoratori a segnalare ai propri delegati – o a rivolgersi alle sedi sindacali – per ogni eventuale problematica legata alle condizioni di lavoro determinate dall’emergenza caldo.