Genova – E’ ormai toto-commissario, nel capoluogo ligure, per il nome della persona che ricoprirà l’incarico di responsabile per la ricostruzione del ponte Morandi. Dopo 51 giorni e ripetuti annunci di “nomina imminente” ancora non c’è alcun nome scritto nella casella relativa alla persona che dovrà assumere tutta la responsabilità di rifare un ponte ma anche di ridare ossigeno e vita ad una città.
Sempre più in bilico il nome di Claudio Andrea Gemme che il vice premier Matteo Salvini aveva delineato in un “identikit” che sembrava preludere a momenti la sua nomina. “Genovese, manager, grande esperienza all’estero e con la famiglia direttamente coinvolta dal crollo” aveva detto Salvini disegnando di fatto il profilo del manager genovese, 70 anni, al vertice di un’azienda della galassia Fincantieri, con numerose missioni all’estero per importanti commesse.
E proprio quell’essere imparentato con una persona (la madre) che possiede un immobile in via Porro, piena zona rossa, potrebbe “far saltare” il suo nominativo poichè risulterebbe evidente il conflitto di interessi di un commissario che deve stabilire l’entità del risarcimento per la propria madre o comunque per un familiare.
Altro ostacolo che sta diventando giorno per giorno più insormontabile l’incarico ricoperto nell’azienda collegata direttamente con Fincantieri. Si tratterebbe di un altro fortissimo conflitto di interessi poiché proprio l’azienda di costruzioni navali è stata indicata tra quelle che più probabilmente verrebbe incaricata della costruzione. Un commissario che affida un appalto all’azienda per la quale ha lavorato sino a pochi giorni prima. Una strada spalancata a ricorsi che potrebbero rallentare per anni la costruzione del ponte.
Mentre i genovesi attendono ancora che il nome del neo commissario arrivi, nome annunciato come “pronto e ufficializzato ad ore” qualche giorno fa, ritorna in voga il “toto commissario” con i nomi del Sindaco Marco Bucci e di Toti che acquistano “credibilità” per poi essere scalzati da altri nominativi.
Un gioco che Genova non si può più permettere.