Savona – Giovani donne in arrivo dalla Nigeria e dal centro Africa, costrette a prostituirsi per pagare gli aguzzini che gestiscono il racket dei profughi. Questa l’ipotesi di indagine avanzata dagli stessi gestori di alcuni centri di raccolta dei profughi che avrebbero notato alcuni “strani movimenti” di giovani donne ospitate negli istituti.
Un primo caso sarebbe già stato accertato con una ragazza poco più che diciottenne che avrebbe raccontato di essere stata costretta a prostituirsi da due “mediatori culturali” presenti in uno dei centri. Una squallida vicenda che, se confermata, getterebbe un’ombra sulle condizioni di vita delle migranti giunte nel nostro Paese.
Secondo l’ipotesi investigativa esisterebbe un vero e proprio racket che si infiltra nei centri che ospitano i profughi e prende di mira le giovani più avvenenti per indurle a prostituirsi.
Le giovani donne subirebbero pressioni e violenze negli stessi centri di raccolta e finirebbero per accettare lo squallido ricatto: prestazioni sessuali in cambio di denaro con cui pagare la “protezione” dei loro aguzzini in un circolo vizioso che le porta sulla strada.
Le segnalazioni verranno verificate e le indagini chiariranno sino a che punto il racket è penetrato all’interno dei centri di assistenza e raccolta.