Genova – Cresce ogni giorno di più la mobilitazione delle associazioni e dei comitati che si oppongono all’accordo siglato dallo Stato Italiano, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, per il ritorno alla gestione pubblica delle autostrade con un pagamento da 9 miliardi di euro per il gruppo Benetton e la presa in carico di gran parte dei risarcimenti danni in corso nei diversi tribunali e per responsabilità che potrebbero essere accertate a carico del concessionario.
Anche l’associazione dei familiari delle vittime del crollo del Ponte Morandi hanno chiesto ai genovesi e non solo di partecipare, venerdì, alla grande manifestazione sotto la Prefettura di Genova, in via Roma, organizzata per dire no all’accordo e, in particolare, per rifiutare l’ipotesi che sia lo Stato italiano a pagare i risarcimenti.
Una manifestazione che sarà apolitica e senza bandiere politiche e che rifiuta i tentativi di “colorazione” fatta da alcuni esponenti politici.
Le associazioni chiedono che il Ministero delle Infrastrutture non sottoscriva ed anzi respinga l’accordo e che mantenga in carico ad Atlantia e al gruppo Benetton il pagamento totale di tutti i risarcimenti danni che i tribunali dovessero accordare a seguito dell’accertamento di responsabilità di dipendenti e amministratori delle aziende della “galassia” che per decenni ha gestito e lavorato per Autostrade per l’Italia.
Secondo le indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, infatti, l’accordo tra Atlantia e un consorzio nel quale è forte la presenza di Cassa Depositi e Prestiti (lo Stato italiano), prevede il pagamento di una somma dai 2,5 ai 9 miliardi di euro ma, soprattutto che Atlantia si accollerebbe danni sino a 150 milioni di euro per intero, in quota ridotta da 150 a 450 e per intero oltre questa somma.
Il “peso” delle cause in corso e future potrebbe invece raggiungere cifre record di svariati miliardi di euro che, se l’accordo fosse sottoscritto e validato, ricadrebbero sulle tasche degli italiani.
Per le associazioni organizzatrici della protesta si tratterebbe del “tradimento” delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi e dei loro familiari che si aspettano che siano i responsabili a pagare per quanto avvenuto.