Non si placa ed anzi crescono le polemiche per la decisione della Regione Liguria, con un’ampia maggioranza, trasversale ai consueti equilibri, di autorizzare la caccia con arco e frecce nei boschi e nel territorio regionale.
Mentre la raccolta di firme contro il provvedimento ha già raggiunto (e superato) i 23mila iscritti, anche la Lega Nazionale per la Difesa del Cane scende in campo contro la decisione e annuncia una sua campagna contro il provvedimento.
“La Liguria ha scelto di tornare alla Preistoria – scrive Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection – consentendo ai cacciatori di uccidere cervi, mufloni e cinghiali con arco e frecce.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha scritto al Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, criticando aspramente la “scelta insensata che porterà solo inutili sofferenze agli animali selvatici vittime di tale barbarie” e chiede di rivedere tale decisione.
Dal 1° di ottobre, infatti, cervi, mufloni e cinghiali che vivono liberi in Liguria diventeranno non solo i bersagli delle migliaia di armi da fuoco durante la stagione di caccia, ma moriranno anche per mano di quelli che gli ambientalisti definiscono “cacciatori preistorici” armati di arco e frecce.
“Gli animali selvatici che avranno la sfortuna di incontrare sul loro cammino cacciatori armati di arco e frecce – scrive la Lega Nazionale per la Difesa del Cane – andranno incontro a una morte lunga, dolorosa ed estenuante. Non solo la pratica venatoria è qualcosa di oltremodo barbarico, un gioco crudele che soddisfa purtroppo ancora troppe persone, ma ora, invece di fare passi avanti, torniamo indietro di millenni e consentiamo ai cacciatori di portare la caccia ad un livello ancora più estremo. Diciamoci la verità, di certo non tutti i cacciatori saranno degli assi con arco e frecce, è dunque facile presumere che gli animali trafitti andranno incontro a una morte agonizzante, una sofferenza che potrebbe protrarsi per giorni.”
“Ancora una volta – scrive Rosati – le Istituzioni, invece di tutelare i nostri ecosistemi, scelgono di soddisfare la lobby venatoria favorendo un gruppo di cacciatori che potrebbe dedicarsi al semplice tiro con l’arco invece che divertirsi a uccidere animali innocenti”.
“Ho scritto personalmente al Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – prosegue Piera Rosati – facendo presente che la caccia è già di per sé un’attività totalmente crudele e insensata. L’uso di arco e frecce, anche se consentito dalla legge nazionale, non fa altro che mettere in evidenza quanto la pratica venatoria porti solo sangue e sofferenza. È dovere delle Istituzioni andare avanti, progredire, non tornare indietro nel tempo consentendo pratiche sbagliate e crudeli a danno degli animali. La nostra Associazione chiede che tale decisione venga rivista per tutelare le vite dei tanti animali che rischiano solo di soffrire ancora di più per mano dell’uomo.”
Questo il testo della lettera inviata al Presidente Toti:
Egregio Presidente,
scrivo in qualità di Presidente di LNDC Animal Protection, una delle più antiche e importanti associazioni protezionistiche presenti in Italia, dal 1950 impegnata nella tutela della vita e del benessere degli animali di ogni specie, con circa 70 sedi locali e migliaia di soci, volontari e sostenitori in tutto il territorio nazionale, oltre a quasi un milione di seguaci sui social network, per significarLe quanto segue.
Trovo francamente inconcepibile l’emendamento da poco approvato dal Consiglio Regionale della Liguria che disciplina l’uccisione di cervi, mufloni e cinghiali con arco e frecce e prevede l’estensione del periodo di caccia al cinghiale e al daino. La pratica venatoria è già di per sé barbarica e permettere a un gruppo di cacciatori di aggirarsi nei boschi liguri armati di arco e frecce risulta a dir poco anacronistico.
La nostra Associazione da sempre si batte contro la caccia, ma l’uso di tale metodo risulta ancora più difficile da comprendere considerate le atroci sofferenze a cui andrebbero incontro gli animali vittime di tali armi. Quella della Regione sembra più una decisione dettata dal soddisfare le esigenze ludiche di un gruppo di cacciatori-arcieri, una vera e propria barbarie su cui chiediamo con forza che venga fatta marcia indietro in nome del rispetto verso gli animali selvatici, patrimonio indisponibile dello Stato e quindi di tutti noi cittadini.
Resto a disposizione per un confronto sulla questione e, in attesa di un cortese riscontro, le porgo distinti saluti.
Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection