Selena CandiaGenova – Limitare il numero di giorni in cui si può affittare un appartamento ai turisti, scegliere quali zone escludere dal “mercato” degli affitti brevi o ancora leggi che obbligano chi desidera trasformare il proprio appartamento in B&B a chiedere l’autorizzazione al Condominio. Sono alcune delle decisioni prese in alcuni paesi d’Europa per affrontare il problema dello spopolamento di centri storici e paesi per effetto dell’over tourism, l’invasione dei turisti e la trasformazione in case temporanee per accoglierli e trarne profitto. Proposte che sono state avanzate al Consiglio Regionale che trattava l’argomento e che ha deciso di delegare al Governo e alle Leggi nazionali la responsabilità di affrontare l’argomento.

“Pensiamo che la Giunta abbia svolto un lavoro deludente sulle nuova legge per le strutture ricettive e per le locazioni brevi – spiegala consigliera regionale Selena Candia, del gruppo Lista Sansa – Siamo preoccupati dalla scarsa attenzione che la Regione dà al tema degli affitti brevi, senza volerli mettere in relazione con la domanda abitativa, con la mancanza di alloggi per gli studenti e con i fenomeni di overtourism che stanno interessando diverse località anche in Liguria. In tutta Europa si stanno prendendo misure per disciplinare il fenomeno, da noi si preferisce demandare tutto al Governo e alle leggi del mercato”.

Selena Candia era relatrice di minoranza sul disegno di legge 165, in materia di strutture ricettive e locazioni brevi, approvato in Consiglio regionale.
La consigliera regionale ha sottolineato anche come la Giunta non abbia voluto prendere una posizione sul tema degli affitti brevi, pur essendo il turismo una materia concorrente su cui spesso l’ente ha legiferato.

“Molti centri storici italiani e anche liguri, penso soprattutto a Genova, La Spezia e al caso limite delle Cinque Terre, stanno cambiando volto, creando tensioni, perché un numero sempre crescente di abitazioni sono impiegate nell’industria dell’ospitalità mediante gli affitti brevi – spiega Candia -. A Venezia il 90% dello spopolamento del centro storico è correlato alla crescita dell’offerta di affitti brevi, e in Liguria, ad esempio alle Cinque Terre, è impossibile trovare una casa per viverci”. “Di fronte a questa situazione noi ci chiediamo se si possa cambiare la città senza che nessuna autorità politica l’abbia deciso – aggiunge la consigliera regionale -. Sono sempre le leggi del mercato a vincere e a decidere, ad esempio, che in un centro storico di sole case ad uso turistico possano chiudere tutte le attività di servizi per dei residenti favorendo l’apertura di esercizi ad uso e consumo dei turisti? Davvero la politica non può fare nulla per impedire che chiudano, ad esempio, parrucchieri e ferramenta per lasciare spazio a focaccerie e ristoranti?”.

Nella discussione in aula Selena Candia ha portato alcuni esempi virtuosi di misure prese da città europee che, già da diversi anni, hanno cercato di disciplinare il fenomeno. “Ci sono tanti esempi che potremmo seguire in Liguria, assecondando le peculiarità di ogni Comune – spiega la consigliera regionale -. Amsterdam limita a 30 giorni l’anno il numero massimo di notti per l’affitto, Berlino e Londra a 90, Parigi a 120. Sempre Amsterdam ha deciso di contenere il numero di licenze per quartiere, mentre Barcellona ha predisposto il blocco delle licenze in centro. Madrid ha vincolato l’uso degli appartamenti al consenso dei condomini (almeno il 75%), mentre Amsterdam ha imposto una durata minima di 7 giorni di affitto. Al di là dell’esempio che si preferisce seguire è necessario arrivare ad una regolamentazione per fermare il meccanismo di allontanamento delle famiglie dai centri storici e dai Comuni più turistici”.

Durante la discussione in aula la consigliera regionale della Lista Sansa ha presentato anche un ordine del giorno per intersecare il tema degli affitti brevi con quello dell’emergenza abitativa, soprattutto per i giovani e per le famiglie meno abbienti.

“Nella nostra proposta, che la maggioranza ha puntualmente bocciato – spiega Candia – abbiamo richiesto di destinare la tassa di soggiorno originata dagli appartamenti ad uso turistico al finanziamento delle Politiche della Casa e dell’Abitare di Regione Liguria. Specularmente ai flussi turistici che interessano diversi Comuni della Liguria  la Regione fatica a reperire fondi e risorse da reimpiegare a tutela di soggetti svantaggiati e per la ristrutturazione di immobili ‘popolari’. Questa misura avrebbe permesso di riequilibrare questa discrepanza che, invece, il centrodestra ha preferito mantenere”.