consiglio regionale della LiguriaGenova – Dalle aule di Palazzo di Giustizia l’onda lunga dello tsunami giudiziario che ha coinvolto politici ed imprenditori della Liguria si abbatte anche sul Consiglio regionale dove il confronto politico si infiamma.
L’arresto del presidente Giovanni Toti e del suo capo di Gabinetto Matteo Pozzani, insieme all’ex vertice dell’autorità portuale Paolo Signorini e all’imprenditore portuale Aldo Spinelli ha dato fuoco alle polveri per un confronto accesissimo nell’aula di via Fieschi dove Maggioranza e Opposizione hanno incrociato le lame in un duello che si preannuncia lunghissimo ed estenuante per entrambe le parti.
La giornata si è aperta con il cambio ufficiale al vertice della Regione, con il presidente Toti “sospeso” dal ruolo pur nella presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva, propria del sistema giuridico italiano, e con il “passaggio dei poteri” al vice presidente Alessandro Piana, eletto nelle file della Lega.
“Lo farò con grande senso di responsabilità – ha detto Piana – e nella consapevolezza di essere chiamato a svolgere un ruolo importante e cruciale”.
Piana si è poi detto “vicino a Toti nella convinzione che abbia sempre agito per il bene della Liguria” ed ha auspicato che “venga fatta chiarezza nel più breve tempo possibile. L’attività di Regione Liguria proseguirà nel solco di quasi un decennio. Ben consapevole delle difficoltà di questo momento, occorre sostenere questo cambio di passo continuando con gli investimenti”.
Nessuno sconto e forza dirompente negli interventi dell’opposizione che ha ripetutamente chiesto le dimissioni del presidente Toti ed il ritorno alle urne nel più breve tempo possibile.
“La parola passi agli elettori – è una delle frasi più ascoltate.
“Questa legislatura è finita – ha dichiarato Ferruccio Sansa, ex grande avversario di Toti nella corsa alla presidenza della Regione Liguria e da giorni “martellante” sui social con messaggi nei quali ribadisce di aver più volte messo in guardia l’opinione pubblica sulle “anomalie” dell’operato del presidente Toti.
“Credo che non sia più possibile – ha detto Sansa – che la persona che ha pronunciato la frase “la diga è per Spinelli” prenda decisioni sul denaro pubblico. Penso che Piana non possa prendersi sulle spalle il fardello di una Regione travolta da un terremoto. Ora sono tutti contro Toti. Noi siamo andati dai carabinieri, l’avevamo detto facendo i passi conseguenti”.
Parole di vicinanza, seppur su piani politici ben distinti, anche per Toti
“Nei giorni scorsi – ha detto Sansa – ho provato malinconia nel vedere come è stato scaricato Toti. Non è caduto solo Toti, è crollato un sistema di potere che ha guidato la nostra Regione per tutti questi anni”.

Ad aggiungere benzina sul fuoco le parole di Gianni Pastorino (Linea Condivisa) che ha ribadito la richiesta di dimissioni del presidente Toti.
“Oggi  – ha detto Pastorino -emerge il fallimento di una classe politica e per questo il presidente Toti si deve dimettere. Gli darebbe la possibilità di difendersi senza avere attacchi mediatici e potendo dimostrare, ammesso che ci riesca, la sua estraneità ai fatti”.
Pastorino ha anche ribadito che è la Liguria stessa ad aver “il diritto ad avere un ente Regione che mantiene la sua dignità e afferma la sua capacità di governo. Oggi questo non è possibile. Sentir dire che una diga viene fatta per gli interessi di qualcuno rende imbarazzante riunirci in commissione. Sarebbe dignitoso e onorevole che la facessimo finita con la legislatura. Questa legislatura non ha più senso”.

Richiesta di dimissioni anche da parte del Movimento 5 Stelle che, con Fabio Tosi ha aggiunto la propria posizione contro il proseguo dell’attuale legislatura regionale.
“Siamo stati i primi a chiedere le dimissioni di Toti – ha dichiarato Tosi – e rimando al mittente l’accusa di essere sciacalli. Quando un presidente finisce ai domiciliari, si dimette”.
Commentando le dichiarazioni garantiste della Maggioranza, Tosi ha anche aggiunto
“Volete aspettare dieci anni? Dieci anni per la fine del procedimento? C’è una questione morale, di dignità di ognuno di noi. Il tempo è scaduto”.

Richiesta di dimissioni del presidente Toti e di ritorno alle urne anche dal Partito Democratico con Luca Garibaldi
“Ci troviamo di fronte a un quadro che rende impossibile alla Giunta di operare nella piena legittimità – ha detto Garibaldi – come si può pensare che una Regione che ha 10 miliardi di investimenti possa lavorare con una giunta che non ha la tenuta per fare nulla? Si mette in discussione un sistema di gestione dei rapporti tra la cosa pubblica e interessi privati. Dopo aver creato il problema non potete pensare di essere la soluzione. Avete creato un discredito delle istituzioni che non è rimediabile con atti ordinari”.
Garibaldi ha anche sottolineato un passaggio reso noto dai Media a proposito delle indagini.
“Un presidente che allontana i telefoni quando deve parlare con gli imprenditori – ha spiegato Garibaldi – non può tornare a governare”.
Regione Liguria consiglio regionale

Unita nella difesa del presidente Toti e dell’attuale legislatura, invece, la Maggioranza che governa la Liguria ormai da un decennio
“Tutti abbiamo provato un sentimento di smarrimento nel sentire il nome della Liguria sui media nazionali – ha spiegato Stefano Balleari (FdI) – ma una misura cautelare non può cancellare il lavoro di questi anni. Fratelli d’Italia manterrà una linea attendista”.
Il rappresentante di Fratelli d’Italia in Regione (e attuale candidato alle Europee) ha poi precisato che “saranno i giudici a stabilire se il presidente Toti è colpevole o meno e non quest’aula. Fino a prova contraria ci asterremo da qualsiasi atteggiamento giustizialista. L’aula è chiamata a proseguire i lavori per far sì che la Liguria non torni indietro”.

La seduta del Consiglio regionale è anche stata sospesa quando un gruppo di persone è entrata negli spazi destinati al pubblico ed ha esposto cartelli contro il presidente Toti e la richiesta di dimissioni.
Questa mattina l’associazione Genova che osa aveva convocato un presidio sotto la Regione Liguria per presentare migliaia di firme raccolte online per chiedere appunto le dimissioni di Toti.