Genova – E’ stato trovato a Teglia, in Val Polcevera, il primo nido di Vespa killer velutina sul territorio del capoluogo ligure. Il pericoloso insetto è presente in città già da tempo e lo scorso anno sono stati ben dieci i nidi ritrovati tra le case o in zone limitrofe alle abitazioni e, complice l’assenza di interventi di contrasto, la diffusione della vespa killer, più conosciuta come calabrone asiatico, è destinata a far toccare quest’anno un nuovo e preoccupante record.
Il nido, un cosiddetto “primario”, è stato trovato sotto alla finestra di un palazzo di via Monte Sei Busi, nella zona di Teglia, ed era ormai abbandonato, segno che, nelle vicinanze, potrebbe essere in costruzione un enorme nido destinato ad ospitare sino a 12 mila vespe aggressive e potenzialmente letali anche per l’uomo.
La vespa velutina, originaria dell’Asia, crea infatti un primo piccolo nido, grande quanto una pallina da tennis, di colore marroncino e della consistenza del cartone. Qui la Regina, svernata dallo scorso anno in una sorta di letargo (diapausa) depone le prime uova e fa nascere le prime operaie. Con loro, poi, fonda un nido ben più grande, detto “secondario” che crescerà sino alle dimensioni di una grossa damigiana per il vino.
Nel nido verranno allevate migliaia di vespe killer che andranno alla ricerca di api e insetti impollinatori, di cui fanno strage e difenderanno il nido con particolare aggressività. In Francia, dove l’invasione delle velutine è iniziata una decina d’anni prima, si registrano ogni anno delle vittime, assalite dalle vespe anche solo passeggiando nei boschi.
La velutina, infatti, al contrario delle nostre vespe e calabroni, assale anche se ci si avvicina al nido e non solo dietro un effettivo attacco, magari per distruggere la loro “casa”.
Per questo motivo, oltre ad essere pericolosa per l’apicoltura – è in grado di distruggere interi allevamenti – lo è anche per le persone. Una sola puntura può essere mortale per una persona allergica, cinque o sei mandano un marine in ospedale e oltre si muore.
Eppure l’invasione della vespa velutina non viene affrontata con le risorse e l’impegno che ci si aspetterebbe. Lo scorso anno, dei 10 nidi di vespa velutina trovati in città, pochissimi sono stati “neutralizzati” prima che potessero disperdere nell’ambiente le centinaia di nuove Regine pronte per fondare nuove colonie.
Alcuni nidi sono ancora al loro posto, sugli alberi dove sono stati trovati e non è stata fatta alcuna campagna di prevenzione per tentare di limitarne la diffusione.
Probabilmente un tragico errore visto che, a Torino, con il ritrovamento di un solo nido, sono state posizionate migliaia di bottiglie trappola tutto attorno al punto del ritrovamento.
Bottiglie trappola che, all’arrivo della bella stagione, potevano catturare le regine svernanti mentre cercavano il luogo adatto per fondare un nuovo nido.
Nel silenzio generale non c’è stata alcuna campagna preventiva organizzata e nessuna campagna informativa per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Le bottiglie trappola possono essere posizionate anche dai Cittadini. Si tratta di comuni bottiglie di plastica (di quelle per l’acqua) con alcuni buchi delle dimensioni di un dito mignolo e riempite di birra di primo prezzo con gradazione oltre i 4,5 gradi.
Le bottiglie possono essere legate ai rami nei giardini ma anche posizionate sui terrazzi o sui balconi e non occorre essere “in campagna” per catturare visto che lo scorso anno un nido è stato trovato a Sestri Ponente, sotto ad un poggiolo di un condominio e persino nel giardino di un palazzo nobiliare nel centro storico.
Vespe velutine sono già state catturate a Genova, in Valbisagno e a Quarto dove erano stati trovati alcuni nidi. La sua espansione non ha certo trovato “ostacoli” nell’operato delle istituzioni che pure sarebbero chiamate ad intervenire per il contrasto di quanto potrebbe causare problemi alla salute delle persone.
La lotta alla vespa velutina “spetta” alla Regione Liguria che ha affidato l’incarico al Parco Naturale delle Alpi Marittime (sede ad Imperia) e quest’ultimo si appoggia alla rete della Protezione civile che ha alcuni volontari formati per la neutralizzazione dei nidi. Lo scorso anno aveva suscitato perplessità e molte proteste il fatto che, nella provincia di Genova che va da Deiva Marina a Cogoleto, ci fosse un solo addetto ad intervenire nel tempo libero e con un rimborso spese di circa 50 euro a nido trattato, neppure il necessario a pagare le spese di spostamento.
Il tutto mentre erano (e sono) disponibili i volontari delle associazioni di apicoltori (AlpaMiele e Apiliguria) regolarmente formati da corsi abilitanti regionali e che non sono mai entrati in azione perché mancano le autorizzazioni necessarie.
Cosa fare se si avvista un nido di vespa velutina o un esemplare di vespa?
Il referente per l’emergenza vespa velutina in Liguria è il Parco Naturale della Alpi Liguri che ha uno specifico servizio delegato dalla Regione Liguria.
Gli Amici delle Api, però, suggeriscono di contattare anche l’associazione tramite la pagina Facebook oppure con l’indirizzo email [email protected] perché il servizio attivo ora non fornisce informazioni pubbliche sulla collocazione dei nidi segnalati e, soprattutto, non fornisce informazioni sul loro abbattimento.
“Chiediamo – spiegano all’associazione – che Regione Liguria imponga a chi fornisce il servizio di pubblicare in modo semplice e chiaro le segnalazioni dei Cittadini, in ordine temporale di ricezione e che ogni segnalazione sia corredata di immagini per evitare doppie comunicazioni ma anche che riporti la data della distruzione e se il nido è stato rimosso o meno. Sino ad allora crediamo sia opportuno che chi segnala comunichi anche a noi quello che vede. Provvederemo ad inoltrare una nostra segnalazione e sorveglieremo tutto l’iter”
Esiste anche la pagina Vespa Velutina a Genova e Provincia che fa analogo servizio e consente la pubblicazione delle immagini che possono essere viste dagli esperti per il corretto riconoscimento.
E’ anche possibile inviare segnalazioni alla Redazione di LiguriaOggi.it via email [email protected] o via Whatsapp con foto e posizione al numero 351 5030459
A Genova, nel 2024, sono stati trovati questi nidi:
1) Nido di Sestri Ponente sotto un poggiolo (distrutto)
2) Nido di via Struppa nel vivaio Aster (distrutto)
3) Nido di via Struppa 2 – davanti civico 64 (nessuna informazione)
4) Nido di via Stefano Castagnola a Sturla (distrutto in modo non corretto)
5) Nido di via Mogadiscio – Sant’Eusebio (rimosso a fine gennaio 2025)
6) Nido di via Lodi a Staglieno (rimosso da privato a fine gennaio 2025)
7) Nido di viale Teano a Quarto (rimosso da privato)
8) Nido di via Romana della Castagna a Quarto (rimosso ma tardivamente)
9) Nido di Piazza Fontane Marose in Centro (rimosso)
10) Nido di Borgoratti (ancora presente)
nella foto le dimensioni di un nido secondario)