Genova – “L’unico urgente messaggio che si dovrebbe dare in difesa del mare, alla manifestazione di SlowFish è quello di invitare i frequentatori a ridurre (o azzerare …) l’acquisto ed il consumo del pesce”. Lo denuncia l’Osservatorio Savonese Animalista (OSA) che, pur apprezzando l’attenzione degli organizzatori e di SlowFood alle tematiche di conservazione degli animali marini, osserva che anche questa manifestazione, come le trasmissioni televisive e le sagre locali a base di pescato, favoriranno l’aumento di consumo di pesce e quindi di rapina ad un mare sempre più vuoto.
“La pesca professionale nazionale – spiegano gli ambientalisti – sempre più tecnologica e finanziata dall’Unione Europea e dallo Stato, cattura sempre meno animali e garantisce soltanto un quarto dei consumi di pesce degli italiani, il resto viene dall’estero e dagli allevamenti intensivi”.
Secondo l’Osservatorio Savonese Animalista “gli scienziati ammoniscono inascoltati che il 62% degli stock ittici è sottoposto a sfruttamento eccessivo nel Mediterraneo, con livelli di biomassa così bassi da comprometterne la riproducibilità; è quindi urgente chiedere di mangiare meno pesce o eliminarlo dalla dieta, favorendo così la riduzione dell’insostenibile “sforzo di pesca” delle marinerie professionali; e non vale neppure l’alternativa crudele del pesce d’allevamento, perché per ottenere un chilo di carne ne occorrono cinque di farine di pesce selvatico di specie scarsamente commerciali, a loro volta pescate in mare”.
Gli ambientalisti accolgono con favore le campagne contro le plastiche e microplastiche in mare ma “occorrono anche altre azioni coraggiose ma necessarie come organizzare il sistematico recupero delle migliaia di reti perdute o abbandonate, che prima di frazionarsi continuano a pescare per secoli e inoltre occorre imporre la sostituzione degli attrezzi di pesca, sia professionale che sportiva, con materiali biodegradabili e fibre naturali e proibire lo strascico e le ferrettare ai professionisti e gli attrezzi professionali agli “sportivi”.
Ancora più urgente – secondo gli ambientalisti – sarebbe “impedire o limitare fortemente l’attività delle grandi flotte oceaniche straniere nei nostri mari, che provocano stragi immani: il governo italiano ha pomposamente costituito un ministero della sovranità alimentare, che cosa fa il ministro Lollobrigida per combattere queste invasioni”.
sempre secondo gli ambientalisti di OSA, all’edizione di Slowfish si dovrebbe promuovere la richiesta di ampliare i parchi marini e costituirne di nuovi per arrivare al più presto alla tutela del 30% dei mari italiani.